Cerbero, il cane più famoso del mondo… anche più di Lassie! Il guardiano della porta dell’Ade. Il mastino degli inferi. Il cane tricefalo… Insomma, Cerbero: forse il cane più famoso di tutta la storia degli animali. Anche senza conoscere il nome, l’immagine di un mastino con 3 teste è talmente iconica da portare con sé tutta una serie di significati ben precisi: forza, ferocia, ma anche resilienza e volontà d’acciaio. Secondo Zachary Grey, editore e commentatore di Shakespeare, le tre teste del Cerbero rappresentano il Passato, il Presente e l’Avvenire, ovvero il futuro. È figlio di Tifone, un gigantesco mostro noto per aver quasi detronizzato Zeus, e di Gea, e il suo compito è sorvegliare la Porta dell’Ade, in modo che i defunti non possano fuggire. Secondo il mito, gli unici esseri umani (viventi) che siano stati in grado di domarlo sono Eracle, grazie alla sua forza prodigiosa, e Orfeo, grazie alla dolcezza della sua musica. L’avviso “Attenti al Cane”? L’abbiamo copiato dai Romani! I Romani erano pionieri del futuro sotto molti aspetti: ingegneria, diritto, arti belliche ma anche amministrazioni sociali; era infatti buona norma che ogni famiglia che possedesse un cane, mettesse un mosaico all’entrata che raffigurava un cane (dall’apparenza non molto docile, per così dire) legato a un guinzaglio, insieme alla scritta “CAVE CANEM” che significa letteralmente “Attenti al Cane”. Modus operandi dei Romani era copiare tutto da tutti e renderlo più efficace. Altrettanto fecero con i cani, già adoperati in battaglia da greci ed egiziani (il cane preferito di Alessandro Magno si chiamava Peritas). I cani furono sottoposti a lunghe fasi di incroci e successivo addestramento, fino a ottenere il perfetto compagno di battaglia del legionario: il Canis Pugnax, da cui discendono sia il Mastino Napoletano che il Cane Corso. Compito del Canis Pugnax era spianare la strada per l’avanzata della Legione, caricando il nemico per primo e seminando scompiglio e terrore tra le sue fila, motivo per il quale spesso veniva vestito con un’armatura irta di spuntoni appuntiti. British Shorthair ovvero IL gatto d’appartamento Sua miaostà di tutti i divani è lui… Il British Shorthair, il gatto d’appartamento per eccellenza. Discendente dai gatti importati in Britannia dai Romani, visse allo stato brado fino al XIX secolo, quando Harrison Weir decise di isolare la peculiare tonalità blu del loro mantello e ne presentò un esemplare all’expo Crystal Palace del 1871… Da lì, divenne uno dei gatti di appartamento più amati. Secondo un’interessante leggenda, i British Shorthair discendono da un gatto egiziano di nome Scota, di proprietà del generale Gasthelos, che tentò di inseguire gli ebrei durante la traversata del Mar Rosso; fallita la sua missione, per non tornare in patria dove sicuramente lo attendeva una severa punizione (ricordiamo cosa stava passando il Faraone dopo ben 10 piaghe bibliche), Gasthelos decise di fuggire in Gran Bretagna dove battezzò la terra in cui approdò in onore di Scota: e così nacque la Scozia. Pastore Tedesco: lo sapevi che… Dopo la Seconda Guerra Mondiale, com’è prevedibile, tutto ciò che fosse anche lontanamente collegato alla Germania divenne sgradito all’opinione pubblica; per evitare che una razza così preziosa ne venisse danneggiata, venne introdotta un’altra denominazione per definire il Pastore Tedesco, che divenne noto come Pastore Alsaziano. Tale rimarrà fino al 1977. Il progenitore di questa razza si chiamava Hektor Linksrhein, il cui padrone si era talmente innamorato delle sue straordinarie qualità di lavoratore che lo fece accoppiare diverse volte finché non riuscì a isolare tutte le caratteristiche psico-fisiche che desiderava; tutti i pastori tedeschi che vediamo al giorno d’oggi, sono dei pronipoti di Hektor Linksrhein. Il pastore tedesco è stato il primo cane guida della storia; oggi la sua versatilità è immensa: pet therapy, ricerca, soccorso, esercito e anti-droga… insomma, il migliore amico e il miglior collega dell’uomo. Razze canine più intelligenti: chi c’è sul podio? Impossibile non menzionare il Labrador: una delle razze più adoperate come “cani guida” per il loro temperamento docile e affettuoso ma soprattutto per la loro grande intelligenza, che gli permette di memorizzare più di 100 parole differenti. Poi c’è il barboncino: ottimo nuotatore e già impiegato in passato per la caccia alle anatre e come cane da riporto in acqua; questo, unito alla sua vivacità, lo rende un cane perfetto per l’agility. Infine il Border Collie, famoso a livello mondiale per la sua spiccata intelligenza che lo rende il compagno perfetto in qualsiasi situazione. Nasce come cane da pastore ma sarebbe riduttivo classificarlo unicamente come tale: il Border Collie è perfetto sia come cane da compagnia (ad esempio per la pet therapy) che come cane guida o cane da soccorso. È estremamente recettivo ai comandi ed è dotato di grande capacità di problem solving, il che significa che è molto più propenso a escogitare da solo la soluzione a un problema senza che il padrone o l’istruttore gli spieghi come fare. British Shorthair ovvero IL gatto d’appartamento Sua miaostà di tutti i divani è lui… Il British Shorthair, il gatto d’appartamento per eccellenza. Discendente dai gatti importati in Britannia dai Romani, visse allo stato brado fino al XIX secolo, quando Harrison Weir decise di isolare la peculiare tonalità blu del loro mantello e ne presentò un esemplare all’expo Crystal Palace del 1871… Da lì, divenne uno dei gatti di appartamento più amati. Secondo un’interessante leggenda, i British Shorthair discendono da un gatto egiziano di nome Scota, di proprietà del generale Gasthelos, che tentò di inseguire gli ebrei durante la traversata del Mar Rosso; fallita la sua missione, per non tornare in patria dove sicuramente lo attendeva una severa punizione (ricordiamo cosa stava passando il Faraone dopo ben 10 piaghe bibliche), Gasthelos decise di fuggire in Gran Bretagna dove battezzò la terra in cui approdò in onore di Scota: e così nacque la Scozia.